UNA FALSA RIEVOCAZIONE PER UN GRANDE
COMANDANTE
Dario D'Andrea
Nel numero di luglio di Historia che vanta un'anzianità ultratrentennale,
dispiace dover riscontrare alcune inesattezze nell'articolo "Partigiani in
divisa blu" ove vengono trattate le vicende della nostra Marina Militare
dopo l'armistizio del 1943.
In principio, l'autore, per sottolineare la completa adesione degli
equipaggi all'ordine di trasferire a Malta le navi per consegnarle agli
inglesi, cita il Cap. di Corv. Carlo Fecia di Cossato, che avendo eseguito
gli ordini ricevuti, attaccò alcune motozzattere tedesche affondandole. In
quell'occasione, sarebbe stato colpito a morte dal fuoco nemico.
Nulla di più inesatto, perché è noto a tutti che Fecia di Cossato si tolse
la vita con un colpo di pistola il 27 agosto del '44 in conseguenza del
lungo travaglio sofferto per la resa della flotta a Malta. Dopo aver
lasciato il comando del sommergibile Tazzoli, con il quale aveva mietuto
successi in Atlantico, tanto da meritare ricompense germaniche, era stato
assegnato alla torpediniera Aliseo. Durante questo imbarco, gli era giunta
notizia della perdita del Tazzoli, durante la navigazione verso il Giappone
tra maggio e agosto 1943.
C'è pertanto da chiedersi se l'autore dell'articolo ignora i particolari
citati o se ha ritenuto di nascondere le vere motivazioni ideali che
spinsero il Fecia di Cossato a togliersi la vita. Non consente dubbio la
lettera che il Comandante scrisse alla madre prima di morire:
"Napoli, 21 agosto 1944. Mamma carissima, quando riceverai questa lettera,
saranno successi fatti gravissimi che ti addoloreranno molto e di cui sarò
il diretto responsabile. Non credere che io abbia commesso quello che ho
commesso in un momento di pazzia, senza pensare al dolore che ti procuravo.
Da nove mesi ho pensato alla tristissima posizione morale in cui mi trovo in
seguito alla resa ignominiosa della Marina, a cui mi sono rassegnato solo
perché ci è stata presentata come un ordine del Re, che ci chiedeva di fare
l'enorme sacrificio del nostro onore militare per poter rimanere il baluardo
della Monarchia al momento della pace. Tu conosci che cosa succede oggi in
Italia o capisci come siamo stati indegnamente traditi e ci troviamo ad aver
commesso un atto ignobile senza alcun risultato.
Da questa constatazione me ne è venuta una profonda amarezza, un disgusto
per chi ci circonda e, quello che più conta, un profondo disprezzo per me
stesso. Da mesi, mamma, rimugino su questi fatti e non riesco a trovare una
via d'uscita, uno scopo alla mia vita.
Da mesi penso ai miei marinai del Tazzoli che sono onorevolmente in fondo al
mare e penso che il mio posto è con loro...Carlo".
Una realtà ben diversa da quella prospettata nell'articolo in questione,
oltre le imprecisioni che lo caratterizzano. Sarà nostra cura, in futuro,
tornare sull'argomento, a onore della verità e dei valorosi comandanti ed
equipaggi che avrebbero meritato una ben diversa sorte.
N B. - Il titolo "Partigiani in divisa blu" è contraddittorio. In divisa,
secondo le leggi internazionali, si è soltanto soldati non partigiani.
STORIA VERITA' N. 2 Giugno-Luglio 1991
Lettera di Fecia di Cossato
scritta poco prima di togliersi la vita con un colpo di pistola il 27
agosto del '44
Mamma carissima,
quando riceverai questa mia lettera saranno successi dei fatti gravissimi
che ti addoloreranno molto e di cui sarò il diretto responsabile.
Non pensare che io abbia commesso quello che ho commesso in un momento di
pazzia, senza pensare al dolore che ti procuro.
Da nove mesi ho molto pensato alla tristissima posizione morale in cui mi
trovo, in seguito alla resa ignominiosa della Marina, a cui mi sono
rassegnato solo perché ci é stata presentata come un ordine del re, che ci
chiedeva di fare l'enorme sacrificio del nostro onore militare per poter
rimanere il baluardo della Monarchia al momento del/a pace.
Tu conosci cosa succede ora in Italia e capisci come siamo stati
indegnamente traditi e ci troviamo ad aver commesso un gesto ignobile senza
alcun risultato.
Da questa constatazione me ne è venuta una profonda amarezza, un disgusto
per chi ci circonda e, quello che più conta, un profondo disprezzo per me
stesso.
Da mesi, mamma, rimugino su questi fatti e non riesco a trovare una via
d'uscita, uno scopo nella mia vita.
Da mesi penso ai miei marinai del Tazzoli che sono onorevolmente in fondo al
mare e penso che il mio posto è con loro.
Spero, mamma, che mi capirai e che anche nell'immenso dolore che ti darà la
notizia della mia fine in gloriosa, saprai capire la nobiltà dei motivi che
mi hanno guidato.
Tu credi in Dio, ma se c 'è un Dio, non è possibile che non apprezzi i miei
sentimenti che sono sempre stati puri e la mia rivolta contro la bassezza
dell'ora.
Per questo, mamma, credo che ci rivedremo un giorno.
Abbraccia papà e le sorelle e a te, Mamma, tutto il mio affetto profondo e
immutato.
In questo momento mi sento vicino a tutti voi e sono sicuro che non mi
condannerete.
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