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Gino Mantovani nasce l’11 febbraio 1923 a Portomaggiore, Ferrara, poi residente ad Argenta, dove svolge la professione di contadino.


il ruolo matricolare ritrovato nel corso delle ricerche

Chiamato alle armi il 14 settembre 1942 viene assegnato XXV settore di copertura Guardia alla Frontiera.

Sbandatosi con gli eventi legati all’8 settembre e rientrato ad Argenta, il 6 febbraio 1944, per non subire ritorsioni sulla famiglia, decide di rispondere ai bandi di reclutamento della Repubblica Sociale Italiana, “per completare la ferma interrotta alla data dell’8 settembre 1943”, ed il giorno dopo viene inviato al centro raccolta di Vercelli destinato alla Divisione Alpina Monterosa designato per il 2° Rgt. Alpini Btg. “Morbegno”.

Deciso a non proseguire l’addestramento in Germania, il 20 marzo diserta e rientrato di nascosto ad Argenta, il 21 maggio entra nella formazione partigiana brigata Rizzieri. Scoperto a seguito di una spiata, il 18 agosto viene arrestato ed essendo ricercato come disertore dal comando della stessa Monterosa, viene ricondotto in Liguria e condannato a morte. L’esecuzione mediante fucilazione avviene in località Rio delle Vallette nel comune di Sestri Levante il giorno dopo 19 agosto alle ore 19,30.

Nel dopoguerra l’apposita Commissione gli riconosce la qualifica di partigiano caduto, equiparato a tutti gli effetti ai militari volontari che hanno operato in unità regolari delle Forze Armate nella lotta di Liberazione. Nel dopoguerra sul luogo dell’esecuzione viene posto un cippo per commemorare i cinque ragazzi partigiani di Argenta e il loro sacrificio.


cippo